Marcovaldo – Peppe Servillo legge Calvino

Domenica 01 ottobre
ore 20:00 – Auditorium Zanotti Bianco
Marcovaldo – Peppe Servillo legge Calvino
con Peppe Servillo (voce narrante) e Cristiano Califano (chitarra)

età consigliata: dai 9 anni + adulti
ingresso €12,00
ridotto under 18 €8,00

 

“Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose,  manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle  sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola,  non gli sfuggivano mai: non c’era tafano sul dorso d’un cavallo, pertugio di tarlo in una tavola, buccia di fico  spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notasse, e non facesse oggetto di ragionamento, scoprendo i  mutamenti della stagione, i desideri del suo animo, e le miserie della sua esistenza.”  Italo Calvino

Marcovaldo (Ovvero Le Stagioni in Città) è una raccolta di venti novelle, pubblicate per la  prima volta a puntate su “L’Unità”.

Nel 1963 ebbe la prima stampa per una collana “Einaudi” di letteratura per ragazzi. Le venti  storie, divise in cicli di quattro, una per ogni stagione, si svolgono in una città che, sebbene  non identificata, potrebbe essere Torino, città industriale per eccellenza, dove Calvino visse e  lavorò per la Casa Editrice “Einaudi”. Il protagonista, Marcovaldo, manovale con problemi  economici presso la non meglio identificata ditta Sbav, prototipo dell’azienda che sfrutta i  suoi lavoratori, e al tempo stesso il simbolo della società dei consumi, è un padre di famiglia  ingenuo e buono, ricco di una fervida fantasia. Egli vive in un ambiente urbano e moderno,  ma prova nostalgia per il mondo della natura. È attento ad ogni variazione atmosferica e coglie  minimi segni di vita animale e vegetale, ma ogni volta va incontro ad uno scacco, ad una  delusione. La natura, in città, sembra essere contraffatta, alterata, compromessa con la vita  artificiale, non è la natura che ha forse conosciuto da bambino e che vorrebbe far amare anche  ai suoi figli. In un ambiente a lui così ostile, mantiene una sua coerenza senza lasciarsi  corrompere. Attraverso le avventure di Marcovaldo, Calvino ci mostra, da un particolare punto di vista,  l’Italia del boom economico. Se contiene una critica alla civiltà industriale è anche una critica  all’idea di un possibile “ritorno all’indietro” nella storia, e rivela pur nella semplicità della  struttura narrativa, tutta la ricchezza del rapporto di Calvino con il mondo. La prosa raffinata fa di quest’opera una perfetta favola moderna oscillante tra realismo e  comicità. Peppe Servillo, attraverso una sua accurata operazione drammaturgica, porta agli spettatori  una selezione del testo, accompagnato alla chitarra da Cristiano Califano, in un alternarsi di  comicità e malinconia che il testo ci consegna.