Le Metamorfosi.  Masterclass con Roberto Anglisani

» da martedì 23 novembre a sabato 27 novembre • Sala SpazioTeatro
» PERFORMANCE conclusiva: domenica 28 novembre ore 10:00 Castello Aragonese – sala esposizioni 3° piano

Masterclass per attori e attrici con Roberto Anglisani con Performance conclusiva 

LE METAMORFOSI.
Dal 23 al 28 novembre 2021
Sala SpazioTeatro, Reggio Calabria

Il laboratorio è aperto ad un max di 7 attori/attrici professionisti.

Programma:
• martedì 23 novembre: hh 15:00 – 18:30
• da mercoledì 24 a sabato 27 novembre: hh 10:00-13:00 / 14:30-18:30.
(tot. ore di laboratorio: 30)
• Domenica 28 novembre, ore 10:30: Performance conclusiva

Ispirato alle Metamorfosi di Ovidio, il laboratorio si concentra sulle tecniche e le forme della narrazione rivolta ai giovani.
Gli allievi saranno selezionati in base a curriculum e lettera motivazionale da inviare entro il 5 novembre all’indirizzo: info@ragazzimedfest.it
Costo del laboratorio: € 150,00

Presentazione
Il linguaggio della narrazione è un linguaggio antico, eppure oggi è sempre più frequente vederlo applicato a spettacoli teatrali. Io penso che sia un linguaggio che permette ad un attore di usare in modo potente tutte le sue abilità. Con questo linguaggio il narratore tiene insieme tutta la massa del racconto, con la possibilità di cambiare punti di vista, di entrare e uscire dai personaggi, di essere completamente dentro l’azione e un attimo dopo essere fuori a guardare lui stesso quello che sta accadendo. Per questo ho scelto come campo di esplorazione “Le Metamorfosi di Ovidio”. Quelle storie ci permettono di esplorare livelli mitici non quotidiani, e azioni semplici ma cariche di grande pathos.

Il desiderio di ricreare per il pubblico la storia che vuole raccontare porta il narratore a modificare la sua voce e il suo corpo, a cambiare continuamente personaggio diventando tutti i personaggi. La sua voce si torce, si allunga, si stringe, nel tentativo di far nascere nell’ascoltatore: immagini, luoghi, facce e situazioni che costituiscono la storia.
Quando ascoltiamo una storia o ricordiamo qualcosa, entriamo in un processo attivo di continua modificazione del reale, nessuno sa quale è stata la realtà oggettiva dell’evento che ascoltiamo, ma dentro di noi si crea una realtà più viva e più reale di quella che il narratore propone, ma senza la quale il processo non verrebbe avviato. Il laboratorio si propone di esplorare le tecniche con cui innescare questo processo. La mia narrazione è caratterizzata da due elementi fondamentali:

I sensi
Ascoltando le mie narrazioni allo spettatore viene richiesto di usare i 5 sensi per seguire la realtà immaginaria del racconto. Gli chiedo di guardare un lago, di ricrearlo davanti a sé, di ascoltare un rumore, di assaggiare una mela, sempre attraverso la sua immaginazione. In questo modo ottengo un coinvolgimento di tipo corporeo che è una buona via all’emozione.

L’azione
Tutto ciò che racconto fa parte di un’azione che è accaduta o che sta accadendo in questo momento. Nei miei racconti non c’è spazio per la spiegazione di ciò che accade ma tutto il lavoro è costruito sulle azioni in modo che lo spettatore possa vedere.
Come se guardasse un film che nasce da quello che dico.

Roberto Anglisani
Roberto Anglisani (1955) inizia la sua carriera artistica a Milano, nella Comuna Baires. In questo gruppo riceve una specie di “imprinting teatrale” basato sul principio che l’attore deve essere un portatore di verità in scena.
Comincia così il suo percorso di studio del Metodo Stanislawskj.
Lo studio di questo metodo sarà ampliato attraverso esperienze di training fisico con attori di Grotowsky. E sarà approfondito attraverso gli incontri con altri maestri come Raul Manso (Studio dell’Attore – Milano) e Dominic De Fazio (Actor’s Studio – New York).
Intorno alla metà degli anni 80 Roberto Anglisani incontra Marco Baliani e lavorando con lui, trova nel linguaggio della narrazione teatrale la possibilità di mettere a frutto le esperienze fatte durante la sua formazione, da una parte il lavoro sul corpo e la sua espressione e dall’altro il lavoro sensoriale e quello sul mondo interiore del personaggio. Anglisani dà vita ad una narrazione teatrale che ricorda il cinema. Le sue parole, i suoi gesti evocano nello spettatore immagini tanto concrete da poter essere paragonate ad un film.